"L'OLIMPICA": In attesa de "L'Olimpica" IX edizione: La triste favola della cattiva strega

martedì 17 settembre 2024

In attesa de "L'Olimpica" IX edizione: La triste favola della cattiva strega

 I fatti legati alla nascita della nostra ciclostorica sono già stati descritti in alcuni post, oggi vogliamo però dare, sotto forma di raccontino per la buona notte, una visione più romanzata (e di fantasia) di come di sono svolte le cose: ecco quindi a voi 

"La triste favola della cattiva strega"
(nota di redazione: considerato che l'autore in alcuni punti usa uno stretto gergo ciclistico, si è ritenuto opportuno in taluni passaggi effettuare dei rimandi a delle postille di chiarimento in modo che il testo sia comprensibile a tutti).

L'anno aveva il 2014 appiccicato sulla schiena¹ e, in quel di Dossobuono, ridente paesino² del comune di Villafranca di Verona, una sera si svolse una drammatica assemblea dei soci della locale Società Ciclistica Olimpica: "Se vogliamo andare avanti servono nuove forze e qualcuno che si candidi per il direttivo, altrimenti non ci resta, come da statuto, sciogliere la società" disse con tono grave il Cheru³. Lo sgomento prese tutti i partecipanti a quella serata: se il Cheru smette di tirare la carretta (ovverro ciclisticamente parlando il gruppo), significa che la situazione era grave e che eravamo messi molto, ma molto male.
Tra i presenti di quella fatidica serata, il primo a prendere la parola dopo l'intervento del presidentissimo Cheru, fu Nicola Micheletti⁴ conosciuto nel gruppo più per le forature multiple occorsegli in varie occasioni⁵ che per le particolari performance sportive.
Animato dalla volontà di dare continuità alle attività ciclo-pedalatorie locali, il Micheletti palesò per primo, tra tutti i presenti piuttosto preoccupati per la situazione, la sua disponibilità a dare una mano e, eventualmente se serviva, a far parte del direttivo come consigliere.
Proprio in quel mentre, nei pressi, transitava. un trio di streghe categoria Master Woman 3⁶, in stretta formazione di volo di addestramento.
All'affermazione di disponibilità del Micheletti, i segnalatori radar di pericolose buone azioni di cui erano dotati i loro mezzi di volo (da tempo non usavano più le vetuste ramazze di saggina: i moderni aspirapolvere a batterie ricaricabili che cavalcavano, erano dotati delle più sofisticate attrezzatura di ausilio alla navigazione aerea e all'attività stragonesca) impazzirono e, individuato a breve il responsabile che aveva fatto scattare tali allarmi, decisero che la buona azione del Micheletti non doveva rimanere impunita: la prima strega scagliò un maleficio in modo che i due ruotisti olimpici dossobuonesi decidessero di fare del malcapitato Micheletti il loro presidente, la seconda stabilì che il Micheletti, visto il suo eccessivo buon cuore, venisse trovato inidoneo all'agonismo nell'imminente annuale visita medico sportiva, la terza decise che al Micheletti toccasse la sfortuna che gli eventi da lui organizzati andassero male.
Le prime due erano delle streghe cattive e i loro sortilegi andarono effettivamente a buon fine, venendo il Micheletti, suo malgrado, prima eletto presidente del sodalizio ciclistico dossobuonese e nel giro di pochi giorni, fermato dal medico sportivo durante la prova sul cicloergometro⁷ per manifesta fibrillazione atriale.
Il terzo maleficio non ebbe però l'effetto desiderato poiché la terza strega, a differenza delle sue due compagne di volo, non era una strega cattiva, ma una cattiva strega che, come tale, non ne imbroccava mai una.
Seppur animata dalle peggiori intenzioni, tutti gli incantesimi che scagliava ottenevano risultati opposti: lei trasformava i rospi in principi, le zucche in carrozze, svegliava la bella addormentata e le mele che  provava ad avvelenare, risultavano invece buonissime e salutari e così via.
Nel gruppo delle streghe la si distingueva a colpo d'occhio dalle altre: il suo abito era completamente bianco poiché ogni volta che portava i vestiti a sporcare in tintoria, le macchine le rovinano sistematicamente la divisa nera d'ordinanza, rendendola immancabilmente immacolata più dalla neve  al punto che, per prenderla in giro, le colleghe la chiamavano non il brutto anatroccolo (come avrebbe ambitto essere sopprannominata) ma, con suo grande dispetto, il bel cigno bianco.
Anche il suo aspetto non era come quello classico, ingobbito e con il profilo bitorzoluto come le sue compagne e lei ne soffriva tanto poiché, tutte le volte che con entusiasmo si offriva per interpretare la parte della befana, veniva sistematicamente scartata poiché la sua pelle vellutata, il nasino perfetto, le dolci, delicate e armoniose curve che caratterizzavano la sua figura, oltre che la sua voce soave, erano agli antipodi dei classici standard della categoria stregonesca.
Anche nel caso del neo presidente della S.C. Olimpica Dossobuono, la sua cattiva intenzione di fare in modo che quanto avrebbe organizzato non avrebbe avuto successo, ottenne invece l'effetto opposto: a partire dal 2015, il gruppo ciclistico dossobuonese, iniziò ad organizzare "L'Olimpica" strade bianche-colline moreniche dedicata al ciclismo vintage e la manifestazione risultò non solo sempre più apprezzata e seguita indipendentemente dal periodo⁸ e dalle condizioni  meteo⁹ o traffico¹⁰, ma via via supportata da un gruppo sempre maggiore di sponsor e associazioni.
Affranta da questo ennesimo maleficio andato a male (e quindi diventato a tutti gli effetti una benedizione), la povera cattiva strega, tristissima decise quindi di cambiare attività e di provare a riciclarsi come fatina nelle storielle della buona notte per i bambini, ottenenendo immediatamente un ampio e clamoroso successo.

Qui finisce "La triste favola della cattiva strega" che abbiamo voluto offrirvi come racconto di intrattenimento in attesa della nona edizione dell'evento non competitivo con bici storiche organizzato dalla S.C. Olimpica Dossobuono.
Speriamo che il racconto non vi abbia lasciati troppo incantati anche perché il tempo corre, le iscrizioni online sono già aperte e solo fino a sabato 19 ottobre sarà possibile iscriversi usufruendo della quota ridotta di iscrizione.

Note:
1 Come sanno tutti coloro che bazzicano l'ambiente delle due ruote pedalate, avere un numero attaccato alle terga è segno che si partecipa a una gara e quindi: Correva l'anno 2014

2 Ridente paesino poiché, a differenza di tanti scalognati abitati di montagna, nei quali chi parte per fare un giro in bici ha subito la discesa e per tornare a casa deve pedalare in salita proprio quando le energie sono al lumicino, Dossobuono è in pianura e i ciclisti possono a) stare a bassa quota b) se e quando decidono di fare un giro tra le colline/montagne dei dintorni, a metà percorso, finita la salita non gli resta che girare la bici e fare comodamente e velocemente in discesa la strada che li riporta verso a casa.

3 Il Cheru, ovvero Roberto Cherubini, presidente pro tempore della S.C. Olimpica Dossobuono dal 2006 al 2014

4 Figlio di Severino Micheletti, conosciuto cicloamatore locale che tra l'altro, oltre ad essere stato nel 1960 tra i primi pedalori della U.S. Olympica Dossobuono, per alcuni anni fu anche presidente del sodalizio ciclistico dossobuonese, Nicola Micheletti ha parteciato attivamente come ciclista agonista per un anno nella categoria Giovanissimi e per due anni come Esordiente per poi tesserarsi come cicloamatore nella Olimpica Dossobuono.

5 detiene tra l'altro il record di 3 forature consecutive in occcasione della VI edizione de "L'Olimpica" e, sempre a causa di forature, sia nel 2016 che nel 2021 è mestamente arrivato al traguardo della manifestazione a bordo del furgone scopa.

6 Master Woman 5 qiuindi di età dai 50 in su ovvero, considerato la particolare categoria a cui è attribuita, si deve leggere Giovani streghe

7 tipo di bicicletta sprovvista di ruote ma dotata di volano e dannatissimi freni le cui ganasce vengono progressivamente strette sempre più al volano per aumentare la fatica del pedalatore sottoposto alla visita sportiva e farlo schiattare in una pozzanghera di sudore, come avviene nelle peggiori salite (tipo Punta Veleno per intenderci) senza riuscire a spostarsi neanche un centimetro pur pedalando a tutta forza.

8 fine agosto per la prima e seconda edizione e dalla terza edizione (anno 2017) a fine ottobre

9 36 gradi nel 2015 e 2016, vento forte nel 2017, acqua a catinelle nel 2018, sereno nel 2019, foschia nel 2021, sereno con strade polverose nel 2022, pioggia leggera nel 2023

10 nel 2022 ci fu il gruppo che dopo il ristoro, causa clamoroso intasamento della viabilità ordinaria nell'abitato di Valeggio sul Mincio, andò in fuga e le macchine apripista e altri mezzi al seguito si trovarono ad inseguire i ciclisti con oltre 30' di ritardo